sabato, dicembre 29

strimodiscarica

Se poi quello che scrivi non ti piace più e inizi a criticare il tuo lavoro, è fatta amico è fattafatttaftatta, eeeee, e tu lo sai che il nostro dio è più potente del tuo. deliri di azione che incontrano spifferi di morte ma cos'è più importante per un artista, la sua vita o la sua morte? non ve lo eravate mai chiesti già io si e un sacco di altre cose per esempio se per un attore sia più difficile fingere la morte o far morire la finzione che poi son due cose così lontane che nemmeno centrano ma le due parole le fanno sembrare molto più vicine esiste anche una parola precisa per questo gioco che dice esattamente questo ma in una parola e così se lo vuoi dire e sembrare più colto puoi dire quella parola invece che spiegarla che poi è pieno di parole che vogliono dire cose più lunghe di quanto non si potrebbe con quelle parole anzi diciamo pure che tutte le parole funzionano più o meno così ti fanno dire cose che dovresti dire con più parole o dovresti spiegare  più a lungo solo che se una cosa la spieghi poi l'altro lo capisce cosa vuoi dire se dici la parola magari l'altro si da la spiegazione che lui da di quella parola ora lo puoi dire così o lo puoi dire con la teoria di stocazzo si saussure, certo così è veloce e volgare e grezzo ma diciamo forse si capisce meglio però se lo dici con saussure ci passi un esame e sei più colto e sei più intelligente non sono pochi quelli che da più colto dicono più intelligente, quante cose sa quello, è molto intelligente, uh si ascolta il dottore, è laureato è molto intelligente, poi il dottore ti dice se hai mal di pancia occasionale anzi ultimamente ti sta prendendo più spesso prendi maloox non stare li a pensare che potrebbero essere mille altre cose, prendi maalox. dottore io non sarò colto e non avrò una laurea e quindi non sarò intelligente, ed è proprio per questo che penso che il maloox se lo può prendere lei su per il culo senza nemmeno aprire la scatoletta, si senza leggere il foglio illustrativo, sono sicuro che non le farà niente, alla fine ho una laurea in scatole, che ne vuole capire lei, che è intelligente si, ma in medicina, ecco non so se iniziate a capire quacosa vi prometto che questo post lo sistemo è che se mi blocco adesso è un casino perchè poi non scrivo più e il pezzo di prima non è che mi sia piaciuto tanto e dovevo subito rifarmi con uno più adatto a me e a quello che sto andando a fare a scaricarmi tensioni accumulate da ore di pigrizia e fidatevi che la pigrizia per se stessa da molte tensioni ma dicevo di quel dottore con la scatoletta su per il culo e dell'idea diffusa cultura uguale intelligenza molto diffusa molto più di quanto tu stesso non possa pensare sia diffusa in te stesso io conosco capre che prendono voti alti, e conosco luci di mente che si devastano il fegato appena l'occasione glielo propone, e questo con l'intelligenza ha molto poco a che fare, e vi dico, si quel medico, ci avrà pure la laurea, ma preferisco stare a rovinarmi il fegato che belare con le altre capre per decidere chi è più intelligente che poi tu ti reputi intelligente sicuramente si credo che tutti si reputino intelligenti a parte i depressi, io sarò un po depresso ma non mi reputo intelligente, non tanto perchè non lo pensi ma poi vedi che c'è gente che oltre ad essere luce di mente non si rovina neppure il fegato, e non parlo di ragazzi in gamba che magari si poi fanno qualcosa della vita, e magari anche di bello, ma parlo delle grandi menti, quelle che leggi la bibliografia di un loro libro e sei già soddisfatto di conoscere metà dei titoli, quelli che hanno sparato tre album dal culo e che a 8 anni avevano già più talento di tutti i ragazzi in gamba che conosci, ecco ci sono queste grandi menti, e tu sei solo una persona comune, l'errore che fanno poi le persone comuni è credere che tra loro ci sia qualcuno più intelligente di un altro, e perdono molto tempo e energia a capire se sia vero e sarebbe meglio per loro e per tutti che capissero che non sono intelligenti sono scemi, molto scemi. e un po' si discostano dalle scimmie ma solo in parte, tipo in più parlano e hanno le scarpe e dovrebbero stare tranquilli e sereni mettersi in pace la loro competizione per l'intelligenza e vivere tranquille senza pretendere di sapere e conoscere nulla e nessuno che quello lo possono fare solo quelli intelligenti davvero, e fidatevi, se non siete sicuri di esserlo e avete più di dieci anni, non lo siete, siete scemi, poi c'è la buona notizia, siete la maggioranza, avete molto più da condividere di qualsiasi altro superuomo, molto di più con qualsiasi altro uomo comune, ma non fate a gara a chi ha ragione è una cosa triste vi rattrista e non ha senso, lasciate i superintelligenti nella loro solitudine e voi godetevi la vostra idiozia, non cercate di staccarvi dalla massa, avete più di dieci anni? siete la massa poi ve lo prometto ve lo sistemo o ve lo registro dettato che magari vi piace di più il ritmo..ff

Poiane

Una birra scura, una sigaretta blu, mi manchi tu, chuchuchu. Orgasmi deliranti di passioni mancate postano post a caso, in attesa che un senso esca fuori dal buco del culo di qualche poiana francese. Perché si sa che le poiane francesi il senso ce l'hanno, e pure bello grosso. Del tipo che le poiane siamesi si fanno spedire cartoline reali in formato illusorio e sono così grosse che viste dagli occhi del satellite Nexus, perché esisterà un satellite che si chiama così, son grandi quasi quanto il senso di una poiana della nuova guinea. Il problema, il problema dove tutto gira e circola e cade infatti, è la Papua. Tu togli la Papua e hai tolto il problema. Tu togli la Papua e tutto è risolto. Ma che problema?  E sopratutto, che risolto? Chi è questo risolto? Io sento spesso dire, è risolto. Ma chi è, questo risolto? Non mi sorprende se apici di pedici poi si lamentano, non sanno dove cercarlo, e anche se poi lo trovano uno dice che un altro è risolto e non ci si capisce più nulla. Del resto chi capisce qualcosa. E' così introverso, ogni tanto ci provo a parlare di qualcosa, ma sembra che a nessuno interessi. Poi è così evanescente, ed è il suo migliore amico. Poi fai qualcosa. Poi dicci qualcosa. Poi vedi qualcosa. Qualcosa che sfugge alla mente sempre attenta a non farsi sfuggire le cose, quando son le cose che non vogliono fuggire da nessuna parte. Come se un cervo stesse attento che le corna siano sempre al loro posto, o una moglie s.a. che il pensiero del marito sia sempre su di lei. Certo che è così. Poi di certo non scambia mica il pensiero per le corna, il cervo. Poi conosce qualcosa che nemmeno qualcosa conosce bene. Io mi chiedo una sigaretta potrà mai combaciare i suoi angoli con la tangente del fumo che esce dalla sua bocca, e se combaciano è un buon segno o solo fortuna? Ma la Papua, qui ci sfugge la Papua. Tu papua che Papua se la paupui alle spalle di tutti, voi pensate che tutti se la papuerebbero?Questi sono dilemmi complessi, io credo che ognuno dovrebbe rifletterci, almeno due minuti ogni cinque minuti, compreso mentre dorme. Non tirate fuori scuse voi altre poiane. Che poi vi conosce. Incredibilmente, anche dove un senso non esiste per definizione, uno ci prova a cercarcelo. E poi magari lo trova ed è lì che trova se stesso. Perché il senso in effetti non c'è, e lo crei tu con i tuoi tic e i tuoi tacchi e i tuoi si ma forse però. Come i sogni, c'è sto tipo, hobson, lui dice che i sogni, non sono l'espressione censurata di un desiderio represso, come pensava un famoso signore con la lunga barba, lo chiamerò Frody per rispettarne la privacy. Ecco Frody pensava questo. Invece Ally no, non la pensa così. Lui è vissuto un po' più tardi e aveva queste macchinette elettriche che riuscivano a capire alcune cose della nostra macchinetta elettrica che qualcuno ci ha montato in testa, forse le poiane francesi. Bene, con queste macchinette aveva visto dove nascono gli impulsi elettrici nella fase rem. Lui lo chiama in un modo difficile, io lo chiamerò generatore random di impulsi elettrici a cazzo GREC. Questo GREC quindi spinge 'sti cosi su per il cervello, e in particolare nella parte del cervello che le poiane francesi hanno molto grossa, quella che cerca un senso, che cerca di dare forma. Ed ecco che impulsi elettrici a cazzo divengono grazie al cervello tipo-poiana delle immagini, delle persone, delle emozioni, delle poiane. Figo no? In pratica è come se io scrivessi che un bue incontra il suo orango preferito, lo mangia a colazione, poi vede un film sul 15-18, si dispera perché il nexus è caduto e non c'è più nessuno a controllare le sue poiane, nemici per eccezione di coscienza, e tu credi di vedere la circolarità di un quadrato nella persona di un mango. Questo, tutto questo, non ha senso. Tu cerchi il senso e glielo dai, si fa per dire, ecco il tuo sogno, ecco perché nel sogno si può capire qualcosa della persona, perché si vede in che modo dà senso a cose che senso non ce l'hanno. Poi oh, questa è una teoria, magari messa in giro dalle poiane francesi, così fottutamente gelose del loro grossissimo senso. Io le odio queste poiane, però i koala li tengono a bada. E questo mi fa stare più sereno.

venerdì, dicembre 21

Quella merda di gulliver

In mezzo a tante simpaticherie simpatiche e divertenti mi metto anche io a dire simpaticherie simpatiche e divertenti ma nemmeno tanto. Perché questi maya, diciamolo, poveracci, non hanno detto un cazzo. Ma ora tutti a metter parole in bocca a questi maya, che poi per quanto ne sappiamo, comunicavano tramite un sistema iconografico e non alfabetico, tipo che ogni mezzo di comunicazione era più vicino all'oggetto reale che vuole indicare, rispetto alla totale astrazione nostro alfabeto. Tipo per dire uccello, disegnavano una piuma, o magari se la portavano. E mi sembra gulliver, non l'ho mai letto, ma mi sembra di aver letto da qualche parte che gulliver visitò questo posto dove le persone si portavano questi grossi sacchi, in questi grossi sacchi c'erano tutti gli oggetti che rappresentavano quello che si voleva dire, anzi c'erano proprio gli oggetti che si volevano dire. Cioè per dire tavolo, tiravano fuori dal sacco un tavolo, per dire forchetta una forchetta, per dire due più due, tiravano fuori un quattro. I più svelti ma neanche tanto avranno capito che la matematica non esisteva, né l'economia..eh si ragazzi..sarebbe stato un mondo sicuramente migliore, se comunque non ci fossero stati gli avvocati, avevano trovato un oggetto per dire il se ipotetico, non chiedetemi quale, non sono mica un dottore.
Quindi insomma arriviamo noi, che per dire piuma non abbiamo una piuma ma un insieme di segni senza alcun significato ma concordati con le altre persone, uniamo questi segni tramite vicinanza e spazi, e poi diciamo che questi segni avvicinati in un certo modo vogliono dire piuma. Bene, ci siamo, siamo d'accordo, ma così la pensiamo noi. Magritte del resto lo sapeva, questa non è una pipa. Ora questi Maya, magari comunicavano con le piume (ehi sia chiaro non so un gran cazzo di nulla sui Maya, mi sto prendendo una licenza cazzetica (poe-sia, poe-tica,(voi le avevate mai aperte due parentesi dentro una parentesi?) caz-zata, caz-zetica)). Quindi questi comunicano con piume e fagiani morti e pezzi di merda nel taschino nel caso dovessero dire che c'è un brutto odore, e avendo dei pezzi di merda nel taschino c'è sempre brutto odore, e quindi non fanno altro, questi maya, che avvisarsi l'un l'altro che c'è brutto odore lanciandosi a vicenda pezzi di merda per comunicarselo, io credo che a un certo punto siano affogati nel loro sistema di comunicazione. Mi piace pensare che si siano estinti(licenza) per questo, sarebbe stato sicuramente più divertente. Beh ora, e siamo alla conclusione del discorso:
Voi, credereste a un popolo che è morto lanciandosi pezzi di merda fino alla morte? Io, personalmente, no. Beh spero che sia stato un anno di merda anche per voi, buon finale.

lunedì, dicembre 17

che non è che

strimo di coscienza che tipo non te lo aspetti, aspetti e vedi che becchi che tanto non lo sai che cazzo scrivere che tanto è tutto o grigio e blu e siam di nuovo a natale e io di nuovo ho un paio di palle piene piene di tante belle cosine e non sono palle di natale e non sono piccoli regali e insomma tu prendi una penna e un quaderno e scrivici quanto sei stato buono e bravo e bello e mandalo a babbo natale e digli che ti meriti un bel regalo per quello che hai combinato in tutto l'anno cazzo sei stato bravo con quella vecchina, potevi anche lasciarla in piedi invece che cederle il tuo posto sull'autobus, uh si, hai detto bene quelle cose quel giorno, beh si io son stato bravo babbo natale, e ti chiedo poche cose, che non voglio più averci le palle rotte e strarotte per due coglioni di merda, o per due stronze di merda, o perché le donne vogliono e non vogliono e gli amici vogliono e non vogliono e che se sei triste chi ti caga e poi se ti diverti ti senti solo ed è lo stesso e anzi se ti senti solo è brutto e poi ci provi con mille ma non ti danno nulla di bello e quindi hai bisogno di intimità ma l'intimità non è che la trovi con la prima che passa anche se si lo sono tutte, convinte di essere proprio quelle che saprebbero darti l'intimità e quindi ho finito l'ispirazione e quindi continuo a scrivere che l'intimità non è che si trova sugli alberi e non casca dai peri come le pere ma neanche dai peschi come le pesche ed è inutile essere convinti di qualcosa che non esiste o che non puoi spiegare perché se non lo puoi spiegare non è che poi ne puoi essere convinto, insomma convinto di cosa? ma si sono tutte giuste e tutti giusti poi quando ti innamori lo si che è diverso e che non è proprio così ma la gente sembra che non lo sappia e sembra che non sia mai stata innamorata e invece di passare il tempo con leggeri rapporti leggeri aspettando quello che diventerà più trascinante e pesante passi il tempo con non-rapporti pesanti, che non sono rapporti perché non possono essere pesanti se prima non sono leggeri e cerchi di evitare questa pesantezza che non vuoi e non che non vuoi perché non la vuoi ma perché prima ci deve essere la leggerezza, ma tutti sembra che questo non lo capiscono ed ogni rapporto deve essere in qualche modo importante da subito, in qualche modo dev'essere subito pesante, in qualche modo si deve passare in prigione senza passare dal via, e uno lo capisce e dice ma cazzo questa è una penitenza chi cazzo me lo fa fare però sembra che le persone amino le penitenze, sembra che tutti amino la prigione, ma non vogliono il via, sembrano tutti vecchi in corpi giovani senza fantasia, tutti annoiati e che pretendono e presumono e vogliono conoscere prima di poter conoscere vogliono conoscere qualcosa di falso e poi portarselo avanti così come lo hanno conosciuto, falso. ma non è bello figlioli miei, e siete tristi e morti in questo mondo di zombie umani sociali, tutti pronti a capire come stanno le cose quando poi magari le cose semplicemente stanno senza un come o semplicemente non stanno e quando stanno non è che devi stare lì a pensarci a come stanno, e come potrebbero stare e se quella persona è davvero quella persona perché una persona può essere mille cose tutte diverse ed essere sempre la stessa persona ma è stupido dire che è la stessa persona insomma è diversa, solo che lo è, ma uno ha bisogno di prigioni e di sapere chi è quella persona, chi è definitivamente perché magari uno lo è definitivamente, quella cosa, e mi dispiace così tanto perché è diventato uno zombie che cerca di difendere il suo piccolo mondo fantasma dagli attacchi esterni e si difende mangiando il cervello degli altri, anzi pensando di mangiarlo e di conoscerlo che secondo loro tanto è la stessa cosa, pensare e fare, pensare e essere, dire e realtà. ma uno si inventa, uno si inventa come vuole e inventa gli altri come vuole, ma la madonna come si sta facendo intricato qui, in fondo era solo un flusso, e penso sia durato abbastanza

giovedì, dicembre 13

Veloce come anguilla

Questo è in diretta. Dal cervello al tasto. Dal tasto allo schermo. Dallo schermo al blog. Senza filtro, senza censura, senza rilettura. Provate un po' voi, non è male, a gettare giù quel che avete da dire. Probabilmente non avete nulla, da dire. E allora dite nulla. Secondo me puoi parlare di nulla per un bel po' di righe, per qualche pagina. Se il ritmo è giusto, la roba si legge. Se il ritmo è sbagliato, puoi anche spiegare perché quando sei nato il tuo pisello ha deciso per te più cose di quelle che il tuo cervello ha creduto di fare, ma non piacerà a nessuno la tua roba. E' una question di leggimi, di espandimi, di attraimi, di tuc di tac e di tic. Ma queste sono le mie idee su cosa sia la questione, probabilmente a me piace quello che a voi non piace, e a voi piace quello che a me non piace, e quindi in qualche modo ci completiamo no? In qualche modo ce la facciamo a funzionare insieme, ma poi di chi sto parlando? Di me? O di te? O del mio ego convinto che scriva bene, quando poi tutti mi dicono, non mi piace come scrivi, però mi piace quello che scrivi. Cazzo ok, ma non si possono separare le due cose, il concetto va dalla forma, se vi arriva qualcosa vi arriva anche perché a quella forma, se spiegavo il concetto in altro modo non è detto che vi sarebbe piaciuto anzi l'importante per me è che quello che scrivi si faccia leggere e venga letto piuttosto che non letto poi stigrandicazzi grandi se qualcuno nota che sbagli punteggiatura e che prima metti mille virgole e poi te ne esci con una frase lunga sei righe. Cioè, voglio dire, hai letto fino a qui? E allora, io ho esaurito il compito. Se volete mettere le virgole, mettetecele, mica ve lo impedisco. Leggete al ritmo che più vi piace, mica ve lo impedisco. Io scrivo al ritmo che mi esce, mica è perché mi piace, ma esce così e in qualche modo questo vorrà dire che vi piacerà. Così è come penso io, se voi pensate come me probabilmente vi piacerà, se avete un modo diverso di incrociare incatenarte e superare i pensieri e unirli e baciarli e adularli probabilmente non vi piacerà. Se scrivo spezzato è perché penso spezzato mica son stronzo. Quindi pensi come me bene benissimo. Pensi diverso bene benissimo, ma io non scriverò come pensi tu perché io non penso così. Beh può andare come pezzetto, un quattro minuti sul quasi nulla, spero che vi scorrano veloci come anguille.

domenica, novembre 25

Empty (Sad version)

Poi lo senti che arriva, il vuoto. Ed è un gran pezzo di stronzo, ti lascia lì malinconico e ti infila un bastone scheggiato nella ferita. e lo rigira. Ti dice che tra le mani non hai nulla che valga la pena di avere. Ti dice che qualsiasi cosa che fai, chiunque tu riesca a far finta di essere, non varrai mai un cazzo di niente. Nulla. Zero. Ognuno trova la sua strada per raccontarsi che in fondo è una bella persona. Poi piove merda dal cielo, e tu non hai l'ombrello. E non hai neanche scarpe. E ci sguazzi in quella strada piena di merda. La merda ti vuole dire chi sei, e chi dovresti essere, ti mette in gabbia. Tu scappi, provi a fuggire. Ma per non stare nella gabbia ti rinchiudi nella tua. Che non è più bella, che non è più comoda. E' solo più infida, perché ti ci sei messo tu, da solo, e credi di aver avuto scelta, credi di esser stato libero. E poi, poi comincia il temporale, e tu ancora non hai trovato quel cazzo di ombrello.

lunedì, novembre 19

Empty

Il vuoto, e chi lo capisce. tu prendi una pera una mela una banana. Ci riempi un cesto, vuoto. Ecco, è pieno. Ci puoi mettere altra roba, tipo un ananas un mango e un pompelmo. Ora è molto pieno. Non sembra difficile. Riempire un vuoto, si può fare. Ora metti che sei solo, vuoto, e angosciato. Prova a metterti dentro, dal buco che preferisci, una pera una mela una banana. Ti senti meno vuoto? Forse con te funziona. Se ti senti pieno puoi considerarti profondo come un cesto di vimini. Ma magari con te non funziona. Con alcuni funziona la coca cola, gli zuccheri, pasti abbondanti, roba buona. Con te funziona? Sei profondo come un ristorante. O un fast-food, a seconda. Ora non so se ti senti vuoto, come ti puoi riempire. Il problema è di cosa sei vuoto, e di che qualità vorresti esser pieno. Se sei molto profondo, ma poi cosa vuol dire. Che scavi dentro invece che cercare fuori. Se scavi dentro da un po' e non trovi niente, forse devi cercare fuori qualcosa che ti riempa. Se sei vuoto, e ti angosci, vai fuori, e cerca qualcosa, senza angoscia. Inizia a lavorare. Magari scopri che funziona. Magari balla, magari scopri che funziona.

giovedì, novembre 15

I fumatori


La palla era nera, profumata, amara, fredda. Il caldo la bruciava, schioccando ogni briciolo di principio attivo. Da solido a gas, fumo. Da metallo a polmone. Da coltello a bottiglia. Questo il suo percorso, sempre lo stesso. Alcune volte passava attraverso l'acqua, raffreddandosi, pulendosi di alcune sue compagne strette, che la lasciavano, salutandola dall'acqua pulita. Sporcandola in suo onore. La morfina entrava dai polmoni ai capillari e dai capillari alle arterie e dalle arterie al cervello. E si spargeva, limpida, sonnolenta, se morfeo dovesse apparire sulla terra, sarebbe quella palla nera. L'ozio si infilava nelle viscere delle persone, accompagnate dalla nausea, forse una nausea che l'anima crea, davanti a quell'ozio. Una specie di ribellione, io son fatta per muovermi, non per stare ferma. Ma poi il corpo la zittiva, l'anima, beato nella sua analgesizzazione. Gli amici di oppio, per gioco o per amore, lo aiutavano a uscire dalla terra, quello non è il suo posto. Uno camminava avanti e indietro, inquieto, aspettando che il coltello si scaldasse sul fornello incandescente. Con trenta gradi alla notte, il fornello acceso, la tapparella abbassata. Quella voglia di sfarsi che a volte viene da un vuoto, a volte scopre un pieno. Gli altri, sulle poltrone, sulle sedie, sui divani. Aspettavano, con pazienza e ansia, il loro turno. La bottiglia era piazzata. Il coltello preso, le labbra, sporche e nere, si avvicinavano al buco dell'ozio. Il coltello friggeva la resina, chi camminava ora respirava, a fondo. Attento a non far uscire morfeo dalla bottiglia. Bel tiro. Ragazzo. Blocca il respiro. Poggia il coltello sul fornello. Hai fatto. Tocca ad un altro. Tocca a lei. Lei ha bisogno di un gentiluomo, non è abituata a queste cose, e in queste cose, i gentiluomini, son sempre apprezzati. Per quanto la più fanatica femminista fra le femministe fanatiche possa negarlo. Alcuni aprono la porta, alcuni poggiano il coltello. Il piacere è sempre lo stesso. Un tiro, bello, la plastica che si squaglia insieme alla palla di morfeo. Lo sfarsi da dove arriva? Qui si fuma colla, e nemmeno si sa. Un caldo della miseria, la gente che tarda a fumare, la gente che non tarda che si innervosisce con chi tarda. I primi sintomi di astinenza. La dipendenza si insinua nella mente dei fumatori. C'è chi va a vomitare. Poi sta meglio. Alla fine, son tutti lì, sui divani, rilassati, oziosi, parlanti, ridenti. Non son poi così male.

mercoledì, novembre 14

Il camion (pt.2)


Il camion è lì, è fermo, a due centimetri dalla tua testa. Immobile. Frenando non ha nemmeno alzato polvere. Come se l'avessero immobilizzato. Come se un uomo gigante e invisibile l'avesse preso completamente dalla testa alla coda e l'avesse bloccato tutto completamente nello stesso istante. Senza un sussulto. E tu ormai quasi ci speravi, che ti passasse sopra, quasi desideravi sapere che sapore hanno pneumatici in bocca. E una bella cresta nera sulla parte sbagliata della testa. Dovrai aspettare il prossimo. Ti guardi intorno, poi ti volti, e non c'è più.
Cammini un po'. Cammini qualche ora, è tutto tranquillo. Poi d'un tratto scorgi un luccichio. In fondo, all'orizzonte. Un luccichio che sale. Un camion. Viene verso di te. Tu hai un deserto di scelte. E ti ritrovi lì, a fissarlo.  

martedì, novembre 13

Il camion


Poi arriva quel camion, e tu non puoi farci nulla. E' lì, ti guarda, ha due occhi, luminosi. Ti acceca, ed è lì, si avvicina. A te rimane sempre meno tempo, sempre meno, ancora meno. Ancora. Secondo dopo secondo, e tu sei lì, nel deserto, con questo grosso mostro diretto nella tua direzione. E qualcosa ti dice che non potresti essere in nessun altro posto, e non credi di poter spostarti. Credi di non averne le forze, non ce le hai. Non le senti. Eppure c'è il deserto. Eppure il camion è solo. Nessuno è dentro. Difficilmente ti seguirebbe. E' quasi come se ti dicesse, ehi spostati ti sto venendo addosso. Conviene che ti sposti. Ma niente, non puoi farcela. Stai lì, immobile, incantato da quei fari. Come se fossero l'unica cosa reale, l'unica cosa degna di esser conosciuta. Del resto sei nel deserto. Non vedi nulla o forse non lo vuoi vedere. Di sicuro c'è solo il camion, almeno per te. E passano i secondi, e mangia i metri. La polvere si alza. Puoi iniziare a sentire il suono, il ruggito che ti viene incontro. Non è bello, ma beh non è neanche brutto. Poi ci pensi, magari mi sposto, ma poi? Poi c'è il deserto bello. E cosa ci faccio io solo, nel deserto? Forse è meglio il camion, di sicuro è la cosa più facile. E quindi il dubbio, potresti salvarti, potresti scansarti ma non vuoi farlo. E intanto è vicino. Ora puoi sentirne il passo sulla sabbia, le ruote che alzano terra e piante e caldo, nella polvere della terra arida. E' un momento. E' lì, davanti a te, tre metri. Ce l'hai addosso. Ormai non puoi più scegliere quel che potevi scegliere. Due metri. Sei fregato amico. Uno.

lunedì, novembre 12

Il Malisku


Stava pisciando. Lo faceva ogni mattina, la tigre era là, lo fissava. Aveva sangue freddo a stare a due passi. Sulla parete della stanza, prima del buco del bagno scavato nella terra, c'erano venticinque teste di tigre. Venticinque ne aveva incontrate, venticinque ne aveva battute. Era vittima del suo dono, nella sua tribù veniva chiamato Il Malisku. L'ammazzatore. Quella stava lì. in genere era diverso. Non erano loro che venivano da lui. Era lui che andava da loro, quando qualcuno le avvistava. Non era raro, nella giungla indiana, succedeva spesso. Il suo precettore, glielo ricordava sempre, attento Meibon, attento quando vai in foresta, e prima di andarci, impara a fischiare. In genere lui sentiva il fischio, da lontano, correva, trovava un uomo del suo villaggio, la tigre vicina, prendeva il suo kaschuki, un bastone incurvato, faceva la sua danza. Il finale era il solito, una testa cadeva. Il fischio non era un fischio normale, tutti i piccoli Baili lo imparavano a 3 anni, quando imparavano a scacciare i serpenti con le braccia. Lui a tre anni sapeva fischiare, sapeva scacciare i serpenti, e cacciare i babbuini. Nella tribù il saggio non si ricordava di cacciatori che avevano iniziato così presto, e non conosceva leggende che ne narrassero le gesta. Era l'unico, Meibon, il Malisku. Il primo. La terra gli aveva dato un dono. Il dono diventava la sua condanna. Lei era lì. E lo fissava. Senza paura. Lo fissava, e lui finì di pisciare. La fissò, prese il suo kaschuki, iniziò a danzare. Si voltò. La tigre, non c'era più.  

domenica, novembre 11

Memorie di un pomeriggio di mezz'estate di uno stracotto

Era un pomeriggio di inverno, era solo, single, lui. Era sempre stato così. Ma non credeva che potesse esserlo ancora di più. Ora pensa a un uomo, pensa che sia facile esserlo. Pensa ora che sia tu. E non quell'altro. Chi è meglio, o chi è peggio. Se non fosse mai esistito un uomo così, o se non fosse mai stato pensato e tu lo inventassi. Che credi uscirebbe? Un uomo migliore, ma forse no, o ma forse si. E questo uomo, viaggiava su un tram, In San Francisco. Era buio, i lampioni accesi ai lati della strada illuminavano gli ultimi barboni rimasti, questo era quel che era, questo non poteva dimenticarlo. Il bordo del marciapiede esaltava la barba di un povero stronzo, avevan lo stesso colore. Questo è quel che, aldilà di ogni cosa che pensasse, costituiva la sua personalità, la sua barba. senza la sua barba, color marciapiede di san Francisco, non era praticamente niente, non era praticamente un uomo. Ora non so come portasse avanti quel che c'era da portare avanti, quando si faceva la barba. La tagliava, ed perdeva ogni importanza, entrava nei locali, nessuno lo vedeva, nessuno lo riconosceva. Era triste in realtà. ma anche molto felice. Questo è un ossimoro, lui era pieno di ossimori. Era un ossimoro, più che un uomo. Ora pensava a tante cose, pensava che lei non fosse quella giusta, pensava a quanto fosse geloso. Aveva paura che ogni persona che le passasse accanto, se la sarebbe scopata. E beh? cosa importava, niente in fondo. In fondo niente. E in fondo gli sembrava la tragedia più grossa della sua vita. Ora non sapeva, ora non poteva capire, tutto ciò che lo portava a ragionare, era il suo innamoramento. Non capiva che i pensieri non erano la realtà. E anche quando la rappresentavano, erano una sua rappresentazione. Che poteva saperne lui, dell'amore. Era giovane, era inesperto. Non aveva fatto esperienza, e ancora non aveva capito la differenza tra amore e innamoramento. E ancora non capiva che l'innamoramento non era da accostarsi allo zerbinaggio. Uno zerbino, è uno zerbino. Punto, con uno zerbino le persone si puliscono i piedi, non si innamorano degli zerbini. non che lui lo fosse uno zerbino, lo faceva. Se ne rendeva conto, eppure era pazzo di lei. Non capiva, che era pazzo di lei. Ma prima il rispetto, prima di tutto, non permettere mai che una persona ti faccia fare quello che vuole. Non permetterglielo. Nulla poteva cambiare, che lui rimanesse, che lui se ne andasse. Questo non avrebbe cambiato il suo amore per lei. Questo non avrebbe cambiato il suo affetto nei suoi confronti. Se non è uno, è l'altro. Da una parte l'aveva stancato, dall'altra era sempre pazzo di lei. Questo era comprensibile. Era innamorato. Punto. Cercava di ficcarselo in testa. Punto. Tutti i pensieri su di lei, su di lui, sul mondo, sulle cose, sul suo sentimento, su quello che doveva fare. Erano macchiati dall'illusione che si era piazzata nella sua mente. Nella stupida speranza che lo accompagnava. Che un giorno quello che lei provava, sarebbe cambiato, e che lei, era l'unica giusta per lui. E che doveva impedire che andasse con altri, o con altre. E che la sua vita eccitante fosse la sua vita. E che tutto aveva un senso con lei, e senza di lei non lo aveva. Ma doveva accettare quello che era, e quello che sarebbe stato. Ora chi lo sa, quel che sarebbe stato. Però eran tutte stronzate, nella sua testa, quello che voleva non era quello che pensava di volere. Era solo merda nella sua testa. Lui prima di tutto, poi gli altri. Ora sarebbe diventato stronzo come desiderava? Forse, o forse no. Sarebbe esistito un momento di pace nella sua testa confusa? Mettere ordine, questo doveva, ma non c'era da mettere ordine. Ma non c'era nulla da capire, era innamorato, e basta. Tutto il resto era nulla, tutto il resto erano pippe. Il desiderio di vincere, come poteva vincere? non poteva. Perché era una gara contro il nulla. L'unico modo di vincere, era che lei si innamorasse di lui. Aveva alcun controllo su questo? No, nessuno, niente. Doveva stare tranquillo, tutti i pensieri, su chi fosse, su chi non fosse, su chi cazzo dovesse essere. Erano finti, falsi, nulla. L'inferiorità, era imbecille, era imbecille. era imbecille. Lei era furba, furbissima, tanto, sveglia, sveglissima, tanto. Ma non era perfetta, e questo era da capire. E non era un mostro, e questo era da capire. Era una persona come tutte le persone. E in un rapporto si è in due. E lui doveva prendersi le responsabilità di quello che succedeva. E accettare che se lei si comportava così, con lui, era perché lui, si comportava in un certo modo, con lei. Ora lui doveva finirla, non c'era bisogno aspettasse di rompersi le palle. L'esperienza gli insegnava, che sarebbe arrivato quel momento. Sarebbe arrivato e basta, e nulla poteva impedirlo. Avrebbe prolungato la sua sofferenza, il mettersi in mani altrui. Il sentirsi inferiore ad un altra persona. Mettere tutto in cataloghi, e in etichette, e in eccetera eccetera. Doveva piantarla, doveva mollarla, doveva finirla, la storia non aveva il senso che lui voleva avesse, e quel senso non sarebbe arrivato. Chiudere, ecco la parola. Chiudere e punto. E chi lo dice, e chi lo fa, sicurezza di sé. E pochi confronti, c'è poco da confrontare tra gli esseri umani, la paura è completa, la paura è duplice. Inevitabile averle.

lunedì, agosto 6

Amo più i sogni delle persone che le persone, in genere le rappresentano meglio di come non si rappresentino loro.

giovedì, maggio 3

Dio, Cristo, 2

Dio, Cristo, volete un pezzo?
E che inizia, e che dico, e chi devo avvertire, e di che cosa lo devo avvertire?
Magari non c'è nessuno che vuol essere avvertito, o se c'è chi si frega, magari vive meglio senza, e neanche lo sa, il coglione. Ma ora voi mettete che sognate, chi sognate? un uomo, pericoloso, che può rimpicciolirsi quanto vuole, quando vuole, perché vuole. Ed è cattivo. E ti entra nel ripostiglio, tu chiudi la porta perché è li, dietro la porta. E che fa, sparisce, si rimpicciolisce. E sparisce, c'era un buco, vicino alla porta, "dava" sul corridoio. Ed ecco, vedi che quest'uomo pericoloso, ha aperto la porta, ma non è uscito, è per distrarti, e ha una piccola ragazza in braccio, che sembra volergli bene. Ma tu lo sai, che non gli vuole bene, e tu fai un sogno così ecco. Dove c'è anche una scuola, e quest'uomo, all'uscita. E lo sai chi è quell'uomo, cosa rappresenta, del resto è la prima notte dopo tante notti che non sogni di baciare una qualche "fiamma bruciata a caso" dal tuo passato, ed è un bel contrasto. Ora ponete che vi scrivo questo, in flusso di coscienza, o di inconsapevolezza, e io che ne so? e voi, mica ci capite niente, e chi ci capisce? nemmeno io ci capisco, però c'è qualcosa, che vi piace, qualcosa, che vi attira, qualcosa, che vi fa continuare a leggere, a meno che non siate uomini e donne dalle trame precise e dai finali conclusivi. Forse allora, non vi piacerà, o vi piacerà lo stesso, perché trama non ne avete, ma in fondo sempre stronzi siete. Ma io che ne so? Voi leggete se piace, smettete ora, se non vi piace, tanto smetto anch'io

lunedì, marzo 26

dio cristo

Dio cristo ho bisogno di scrivere, devo sfogare la primavera, sbattere sui tasti forte mi fa capire altro da quello che vorrei capire, se tengo questa energia finisce bene, o male, libero lo spirito entro tre mesi e a 27 anni faccio in tempo, cambio nome divento famoso muoio ed entro nel club. Altro che casa vino di merda. No ragazzi, impazzisco, devo bruciare in qualche modo, ora brucio. Mi serve un tamburo, un ballo, o un movimento ritmico. Il sesso inespresso della primavera dice al cervello, ehi stronzo, ma che cazzo di problemi hai? il cervello sta zitto, va in un angolo, umiliato, non lo sa neanche lui, risponde che doveva passare dal tabaccaio e ha fatto tardi, che cazzo centri, non lo sa neanche lui, ma è convinto di saperlo, come ogni stronzata che dice, ha tutto lo stesso valore della risposta ero dal tabaccaio, il cervello, non lo sa neanche lui, è un gran pezzo di stronzo.

domenica, gennaio 29

venerdì, 09 gennaio 2009 non so(parte2)

non importa quanto pensi di essere felice, non importa quanto ne sei convinto, non importa quanto stai bene, quanto stai male, non importa per quanto tempo, non importa il modo, non importa che cosa, è tutto inutile, ti rendi conto di quello che vuoi solo quando non c'è più, e senti un vuoto, senti che ti mancherà, sia una persona, un cane, una penna, una vita, un luogo, la compagnia più noiosa, non potrai più averle, e ti rendi conto quanto ti riempano la vita, tutti i dettagli, le piccole cose;
smancerie, cazzate, si..ma non è così quando sei a un passo dal non vedere più qualcuno, qualcuno di insignificante magari,e all'improvviso diventa importante un brevissimo secondo in silenzio con lui, e sempre tutte le infinite ore hai desiderato solo che finissero; le persone si abituano, si abituano alle cose, vogliono abituarsi, vogliono una certezza, un punto di riferimento, e tutte le piccole cose ti guidano verso questa certezza, e il cane, e la penna, e quello noioso, è quando perdi i punti di riferimento che capisci il loro esserlo, non so il motivo, se l'egoismo dell'uomo, se il desiderare ciò che non si può avere, però ci si attacca alle cose, io mi attacco, mi piace cambiare, solo per trovare nuovi appoggi, non si può stare in bilico, nessuno sa stare in bilico, ognuno si fa da sè il proprio equilibrio, che è equilibrio per sè e nessun'altro,  ed è quando ti sbilanci che non reagisci più, quando non li trovi gli appoggi, quando crolli, e tutto ti crolla addosso, e diventi triste, perchè ti accorgi quanto si è soli, e che si può essere solo e sempre soli, tu sei tu, e non c'è nessun'altro, solo te, e da solo non sei niente, e allora ti mancano le giornate noiose con le persone noiose, perchè ti univano, ti illudevano della possibilità di non essere te stesso, di non essere niente;
vivi ogni momento della tua vita, ogni attimo, cogli ogni occasione, cercale, le occasioni, non perdere tempo, non star a pensare al significato del film, continua a guardarlo, continua a viverlo, sono tutte merdate se sei ancora in gioco, è un momento prima, un istante, quando tutto sta per finire, che ti attacchi alle cose, che capisci quanto in fondo erano facili, le cose, e quanto sarebbe bastato viverle, senza problemi, senza rimpianti, quando ti mancherà anche l'ultimo pezzo di merda, perchè quando stai arrivando al nulla, quando non ci sarà più niente, e lo senti vicino il niente, non avrai molto da snobbare;ma sono tutte merdate, il film è all'inizio, non te ne puoi rendere conto, lo puoi capire, puoi intuirlo il senso, ma la sceneggiatura non cambia, il copione è lo stesso...hai solo una scelta, di fermarlo, prenderlo e gettarlo via..e capisci che sarebbe uno spreco, o forse, semplicemente, che non è nelle tue battute

sabato, 03 gennaio 2009 Oh no, non fumo!

Non ha nessun senso fumare sigarette, sono d'accordo. E fino a due mesi fa mai toccata una sigaretta, mai aspirato niente, magari qualche sigaro, di tanto in tanto, e comunque non si aspira. E io continuo a dirlo, che non ha nessun senso, io continuo a dirlo che non fumo. E' il momento in cui lo dico che un pò mi fa pensare...

MV(io) Pdt(possessore di turno)

MV: Hai una sigaretta?
Pdt:Si perchè? stai fumando?
MV: oh no no, non fumo!(accendo la sigaretta)
Pdt:...ah!si nemmeno io!(accende la sigaretta)

Non so perchè ho iniziato, non che abbia iniziato eh, ogni tanto, neanche ogni giorno una o due, non le compro e potrei smettere domani, del resto non si può smettere finchè non si inizia; comunque non so il motivo, per sette anni ho visto che tutti fumavano, e il fumare forse allora avrebbe cambiato qualcosa;  e ora che non cambia niente a nessuno, a nessuno che due mesi fa mi importasse qualcosa, qualche sigaretta la fumo, ogni tanto; forse è la mia onestà talmente radicata, che non mi permette di fare una cosa per uno scopo, chessò essere più socialmente accettato o per il gusto di non farsi influenzare, onestà e gusto discutibili certo, tanto che lo si voglia o no si è influenzati in qualunque momento da qualunque cosa; però ogni tanto, una bella giustificazione, una bella sega mentale ci vuole, e ora vado un pò alla finestra, a non fumare

lunedì, 05 gennaio 2009 credici

L'auto-convincimento, dovrebbero fare più ricerca sull'auto-convincimento, non che mi sia mai informato o sappia effettivamente quanti studi e quanto seri siano stati fatti in proposito, sempre se possano esistere studi seri in proposito, ma il contenuto non è molto importante quando si parla di psicologia, magari il saperlo dire in un certo modo, tanto la frittata la giri come vuoi, o perlomeno me ne sono auto-convinto, e questo dimostra che l'auto-convincimento esiste. Vi parlo di questo perchè sono tre quattro giorni che son un pò troppo stanco pur senza far niente, le ipotesi sono che sia stanco: per il far nulla, per i postumi del capodanno(ma ne dubito), o perchè mi stia ammalando, la mia casa è un ghetto per lebbrosi, ed è diventata un ghetto per lebbrosi influenzati da qualche giorno. L'ipotesi più logica è che mi stia ammalando, e qui entra in gioco l'auto-convincimento; io si, potrei avere la febbre, anzi sicuramente ho la febbre, ma il mio sistema immunitario non lo sa, e finchè io non son del tutto convinto di averla, misurandola per esempio, non mi ammalerò, resterò per sempre in-in-cubazione; bastano efficaci piccoli trucchetti: se ti viene da starnutire a-c(auto-convinciti) che è uno sbadiglio, sbadiglia e non ti ammalerai; stai sudando senza motivo, a-c che il motivo c'è, fai cinquantatrazionidifilaesenon, e se non ti viene un infarto, non ti ammalerai; hai freddo senza motivo?semplice, spogliati; mal di gola?ubriacati a whisky fino allo svenimento; non è complicato, giustificate ogni sintomo, motivatelo con qualcosa di immediato, e non vi ammalerete mai. Si insomma, non che ci creda, però magari convinco qualcuno, cioè qualcuno si a-c e funziona, o muore...non lo so...fatemi sapere

domenica, 28 dicembre 2008 (Post)post scriptum

Questo è un Post che serve da post scriptum, me ne son reso conto in questo momento..non voglio allontanarmi dall'intenzione di precisazione che avevo in questo p.p.s quindi non mi dilungherò sull'interessantissima faccenda..del resto non è cosi interessante, ne c'è molto da dilungarsi, però come vedete anche lo spiegare che non ci si vuole dilungare, in fondo dilunga(o lunga) il discorso e apre un altra interessante questione..ma non è il momento.Dunque: P.p.s nel blog precendente durante il dialogo il marito con la parola AMORE voleva rispondere alla domanda di come aveva chiamato la moglie e non a riprenderla delicatamente dalla sua ira...se non fosse stato chiaro.fine post post scriptum
Son sempre più convinto che nella vita esistano solo due scelte: quella che fai, e quella che dovevi fare.

non so

Che non abbia senso conoscere il significato di un film senza averlo mai visto sembra(a me) una cosa piuttosto ovvia; però sembra avere un senso cercare un qualcosa, un significato, una certezza nella nostra vita, anche se questa ricerca toglie una parte della vita stessa; credo sia meglio semplificare le domande, un film non lo si guarda ogni tanto, perchè nell'altro tanto si cercava il significato del film, è facile capire questo, è difficile capirlo, quando non si guarda un film.

òmònìmì

Persistentemente ho un pensiero, da quando avevo circa 3 anni, che non mi lascia dormire la notte; mi chiedo quando un uomo medio italiano, quindi con una moglie e un'amante, o perlomeno una segretaria, si trovi nella situazione di avere entrambe con lo stesso nome o comunque molto simile, ad esempio Deborah(con-acca), e Debora(con-corna); e in una situazione simile se, nel caso durante un amplesso matrimoniale il marito pronunci appassionatamente il nome dell'amante, la moglie possa accorgersi, per l'inflessione della voce, la foga, l'eccitamento, gli impercettibili movimenti del naso e la sincerità delle orecchie o qualsiasi altro segno non esplicito("inchinati sulla scrivania e reggiti al temperino DeboraH" non vale), possa accorgersi dello sbaglio:

UM(..):ohh, si debora così..così..
DB(porca):mmh....e cosi?
UM:si deborah, si..
DB(indispettita):scusa??come mi hai chiamata???
UM(dubbioso):...mm..debora?
DB:NO!TI HO CHIESTO COME MI HAI CHIAMATA, BRUTTO PORCO!
UM(imbranato occhi dolci):ehm...AMORE?
DB(singhiozzando):...lo sapevo..lo sapevo..eri strano..lo vedevo..nelle tue orecchie..non volevo credere a..a..(singhiozzo)..(inizia a piangere)

ecco, una cosa del genere

giovedì, 25 dicembre 2008 il blog ha amato il post(per la prima volta)

E questo fu il primo, forse di molti, forse l'ultimo...non so; si distinguerà dagli altri post, questo è certo, del resto l'incoerenza non mi manca. E non vi rivelo come sarò, ho poco da rivelare. Quindi leggete, non leggete, scrivo per me, per voi, e di nuovo per me..oggi sono un pò egoista, solo per la prima volta...mentre perdo la verginità. E spero sarà solo per la prima volta anche questo spiegare quello che scr...ecco lo sto rifacen...appunto....beh ora inizio.....vabbè
Oggi, dopo un periodo di transizione durato qualche mese, dopo molti cambiamenti, mi è caduta la vecchia pelle, e prima di ammuffire per sempre, si vuole sfogare un pò, prima di seccare;..e scriverò insieme a lei, a tutto quello che ha rappresentato, a tutte le stronzate da ragazzino(neanche molto sveglio), a tutte le speranze che in fondo, dentro di te, il cinismo non riesce mai a stanare, per quanto tu lo desideri, perchè si, in fondo, fai sempre il sarcastico; in fondo hai sempre una ben precisa logica e fredda visione di come giri il mondo; in fondo duepiuduefaquattro; in fondo il rosso è rosso o sei daltonico; in fondo sei sempre convinto di non farti influenzare, son gli altri i polli; in fondo tu hai gli amici migliori del mondo, il resto è irrilevante conoscerlo...si, solo che è cosi per tutti...e qualcosa non torna; tua madre è sempre la migliore; che poi le donne son tutte troie, non le mamme..che degli altri hanno grandi difetti, la tua no...o non li noti, e un pò dubiti, e un pò ti rendi conto..un pò hai paura; capisci di non capire, di non potere, di non scegliere, di non sapere niente; che di tutto quello che sei, forse, sei stato irrilevante; ma no su, sei depresso..e ricominci da uno schema, magari quello vecchio; in fondo tu sai che quando vuoi, riesci..e quando non riesci..non l'hai voluto abbastanza; devi studiare, la cultura è importante, e tu lo sai, ma poi...in fin dei conti..che cambia... in fondo se uno è felice, non capisce molto; in fondo bisogna essere felici; in fondo sei malinconico, e perlopiù non ti dispiace; in fondo sto diventando banale, ma in fondo è natale, non si noterà poi tanto; tu non sei falso, ma, per far piacere, fai sempre gli auguri a qualcuno in più, e quando vedi i regali sorridi..perchè ti senti buono; in fondo a te non piacciono le soap, son tutte uguali, poi l'importanza che dai alle cose, alle persone, agli atteggiamenti, il modo in cui ti senti personaggio di eventi, il tuo bisogno di vivere eventi...alla fine un pò le ricorda, un pò li ricorda, quei film...da ragazzine..ma è una coincidenza. giusto; in fondo tu sei molto intelligente, sei uno serio, capisci al volo...poi non capisci, però si..in effetti eri stanco; in fondo non sei provinciale, solo che gli omosessuali..un pò ti da fastidio vederli; in fondo non sei razzista, e i neri ti stanno..sempre, più simpatici; in fondo concludo..senza concludere niente, solo..se nelle tue scelte io fossi stato al tuo posto, e tu al mio...io, adesso, forse, starei leggendo